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IL CIBO NELLA LETTERATURA in tv

 

 

IL CIBO NELLA LETTERATURA in radio

 

La cucina letteraria

Piccolo divertissement letterario

 

Lampi di stampa, Enaip Omegna (2012) ​

 

pag.58

 

L’INVESTIGATORE PRIVATO NERO WOLFE

 

Misogino, sedentario, altamente razionale, con un’alta concezione di sé e delle sue capacità intellettive, amante delle orchidee e gourmet: questo è il corpulento Nero Wolfe, personaggio creato nel 1935 dallo scrittore statunitense Rex Stout.

Nero Wolfe è un investigatore privato e vive in una grande casa al centro di New York. Ritiene che il luogo in cui la gente va non è migliore del posto che lascia, e per questo motivo esce pochissimo da casa e frequenta raramente ristoranti, tranne il ristorante Rusterman’s sulla 48a Strada (considerato da lui il migliore ristorante della Grande Mela) perché per lui cucina il suo cuoco privato Fritz Brenner che secondo Wolfe non è un cuoco ispirato, ma è competente, giudizioso e discreto. Con lui infatti l’investigatore accende numerose diatribe sui cibi e sulle preparazioni, con tanto di veti, approvazioni e contro veti... come in Peggio che morto. In questa storia la ricetta degli gnocchi di patate e ricotta è approvata anche dal cuoco:

«Fritz non è metodista, ma i suoi gnocchi andrebbero benissimo per gli angeli».

Oltre a vivere con Brenner, Wolfe condivide la sua casa con il suo brac­cio destro Archie Goodwin: un impenitente seduttore, dinamico, istintivo e per niente affine riguardo i gusti gastronomici del suo datore di lavoro e per questo motivo Wolfe lo disprezza amorevolmente.

Le storie che narra Stout, attraverso le avventure di Wolfe, ruotano intorno alla bramosia di denaro. Avvocati corrotti e senza scrupoli che ingannano i propri clienti, mariti e mogli pronti a tutto pur di impadronirsi di ricche eredità, arrivisti, faccendieri e famiglie intere pronte a uccidere per soddisfare il loro bisogno di arricchirsi. Insomma, il denaro come valore fondante di una società in cui né lo scrittore né il suo personaggio si riconoscono.

Wolfe non è solo un gourmet, ma anche un estimatore di vino e birra. Di birra ne beve sei litri giornalieri: tre al mattino, dopo le undici e prima di pranzo e i restanti dopo le sei del pomeriggio dopo essere stato nella sua serra a coltivare, o per meglio dire, accudire le sue orchidee. Beve gli ultimi litri di birra pomeridiane dopo le sei, perché l’incontro con le orchidee deve avvenire all’insegna della più assoluta sobrietà!

La mancanza di birra lo porta a trovare metafore ardite, come nel romanzo I quattro cantoni. Dopo essersi assicurato con Brenner che i piatti da lui ordinati fossero pronti...

«”Avete proceduto con i rognoni?”, “Certo, signore. Non ave­te telefonato”, “I fagottini di frutta e lo zucchero caramellato?”, “Certo, signore”, “Soddisfacente. Birra, per favore. Sono talmente prosciugato da scricchiolare».

L’investigatore newyorchese utilizza le proprie competenze culinarie e la riconosciuta bravura ai fornelli di Brenner, anche per fini legati all’indagine che sta conducendo, come nel romanzo Abbiamo trasmesso: per convincere il medico Michaels restio a incontrarlo, lo invita a cena a casa propria...

«”Mi è venuto in mente... non potreste cenare con me? Ho un buon cuoco. Questa sera avremo lonza di maiale in casserole, con la salsa bruna agrodolce, lievemente aromatizzata. Natu­ralmente non discuteremo la nostra questione che dopo il caffè. O anche più tardi. Conoscete per caso un brandy che si chiama Remisier? Non è una marca comune. Spero che non vi scandalizziate se vi dico che il modo ideale per gustarlo consiste nell’alternarlo con qualche fetta della torta di mele di Fritz. Fritz è il mio cuoco”,“Accipicchia! Verrò senz’altro. Volete darmi l’indi­rizzo?”».

Anche per Wolfe, come abbiamo visto per Montalbano, il momento della tavola è un momento da trascorre in silenzio.

 

 

Pasticcio di patate dorate

 

Ingredienti (4 persone)

5 patate crude tagliate a dadini piccolissimi

gr 70 burro

1 cucchiaino di scalogno tritato

crescione

l panna da cucina

2 uova

sale, pepe e noce moscata q.b.

 

Preparazione

 

Fate sciogliere il burro in una padella, aggiungere lo scalogno e fare rosolare per alcuni minuti, unire le patate tenendo il fuoco basso per 3-4 minuti senza rimescolare. Continuate la cottura finchè le patate non sono dorate. Mettete il pasticcio con un trito di crescione in quattro stampini a soufflè e ricoprite con il composto a base di uova e panna. Cuocete in forno a 180° per 15 minuti fino a quando si sarà rassodato, togliere dal forno e guarnite con il crescione.

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