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recensioni

La spesa del commissario

Cinque indagini del commissario Devecchi

 

Lampi di stampa (2011) 

 

La natura umana e l'ambiente di una provincia del nord-ovest d'Italia, fanno da sfondo a cinque indagini del commissario di polizia giudiziaria Arturo Devecchi: un uomo tranquillo, con dei valori saldi e dai metodi investigativi un po' anticonvenzionali talvolta 'al limite', che mal sopporta la realtà che lo circonda.

Ne I giorni della Merla, il ritrovamento del cadavere di una donna sul treno, apre scenari in cui la ricerca della verità non è sufficiente. Il mal di denti del procuratore è una storia che si snoda tra questioni sociali e nuove tecnologie. Ne L'incontro, la crisi economica porta un giovane disoccupato orgoglioso e disposto a tutto, anche a cacciarsi nei guai, pur di mantenere la sua famiglia. In Fiori freschi di campo avviene un crimine umano, molto umano. Un delitto senza sangue, un'indagine leggera dentro un dolore pesante. Le orecchie del cavallo è la storia di una ricerca esasperata di ricchezza che porta a rapporti sentimentali aridi e pericolosi.

 

 

 

 

dalla prefazione di Carlo Lucarelli:

Il commissario Devecchi fuma molte sigarette, troppe anche per la sua coscienza, come direbbe lui stesso accendendone una nuova dal mozzicone precedente. Sa benissimo che il fumo è dannoso per la salute, ma fuma lo stesso. Perché le sigarette lo aiutano a pensare, fanno male al corpo, ma molto bene all’anima, almeno così dice lui. È di poche parole il commissario Devecchi e quando sente dire delle stupidaggini, sta zitto, perché ritiene sia meglio così. Parlare darebbe il via solo a chiacchiere inutili.

Ha alcuni rituali, il commissario, per concentrarsi e per dare un certo ordine alla sua vita. Tutte le mattine esce sul balcone, guarda il panorama sul lago d’Orta e osserva il termometro appeso al muro, poi annota la temperatura esterna sul calendario di casa. È metodico e vorrebbe che tutto avesse un senso. Forse per questo è diventato un poliziotto, per dare un ordine alle cose che accadono attorno a lui, ed è la stessa motivazione addotta da uno dei suoi colleghi letterari più illustri: il commissario Jules Maigret, della polizia giudiziaria di Parigi.

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